14 aprile
Per oggi nessuna riflessione troppo
impegnativa..solo qualche consiglio musicale direttamente dal Madagascar. Capisco
i pregiudizi, soprattutto dopo i miei racconti sulla predilizione dei malgasci
per basi musicali di dubbio gusto, ma vi assicuro che a Tana la scena musicale
può riservare molte sorprese. Ieri sera un po’ per caso e con diverse
perplessità siamo finiti in un fumoso
barettino dal nome esotico Piment Café famoso per le serate live. Già pronti
sul palco, come da programma, i Mami Bastah.
Mami Bastah in realtà è il cantante, accompaganto dai suoi musicisti. Intorno
a noi quasi nessun europeo, a parte uno sparuto e un po’ intimorito gruppetto
di francesi. Invece, tavolate di malgasci con tanta voglia di far festa e
cantare.
Si è aperto il concerto, al grido di “Tandonaka!”.
Tandonaka è un genere musicale tradizionale malgascio, tipico della regione di
Antsirabé che i Mami Bastah hanno rispolverato e portano in giro per il paese.
Sonorità africane, parole malgasce, ma anche armonica e tastiere e bassi e
batteria. Una bellissima capacità di tenere banco, di intrattenere e farsi
intrattenere dal pubblico. Testi che divertono ma che tra le righe infilano
anche commenti taglienti sulla situazione politica malgascia. Il pubblico
partecipa, interloquisce, interrompe abitualmente i musicisti. Più che un
concerto sembrava una chiacchierata da amici, e tra gli amici c’eravamo
finalmente anche noi.
Mentre ascoltavo, o forse dovrei dire partecipavo,
mi sono ritrovata come spesso mi accade qui, a non sapere dove sono, smarrita
tra atmosfere e suoni che si mescolano, che mi rimandano a paesi e luoghi a
migliaia di km l’uno dall’altro. L’idea di poter essere benissimo in una
qualche birreria emiliana, o in qualche localino nantese..e poi dopo un attimo
una frase, un gesto, un sorriso che mi ricordano che sono davvero qui in Madagascar,
e che non potrei essere in nessun altro luogo, proprio qui, anche se dalla
parte opposta dell’universo che ho sempre conosciuto. È strano. E bellissimo. C’è
qualcosa in più. Durante la serata mi sono ritrovata ancora una volta a
considerare come sia difficle vedere i mille volti di una realtà. Il Madagascar,
ma non solo. Come sia facile a volte ridurre, semplificare quelle realtà a dei
clichès. Venendo nel “Terzo Mondo” si è portati a pensare subito e solo alla
povertà, alla miseria, al bisogno del nostro aiuto. Tutto questo esiste. Ma esiste
anche qui tutto un mondo fatto di animata vita culturale, possibilità economiche
più elevate, concerti, boutiques per un pubblico ristrettissimo . . . un mondo
oltretutto che va avanti benissimo anche senza di me. Una serata è niente per
farsi un’idea di questo paese. Antananarivo non rappresenta tutto il
Madagascar, ma ne fa comunque parte. Migliaia di realtà contraddittorie e
stridenti è vero, ma che esistono e coesistono. E non ho voglia di aprire gli
occhi solo su alcune.
Alla fine, naturalmente abbiamo comprato anche un
cd dei Mami Bastah, contrattando, qui come al mercato, sul prezzo. E in ogni
caso imparare e tradurre i testi sarà un buon esercizio di malgascio.
Se ne avete voglia cercateli in internet, i Mami Bastah.
Magari non vi piaceranno. Magari invece riesco a trasmettervi un po’
dell’atmosfera del Piment Café. Uno fra i mille diversi imput che ricevo stando
qui.
Nessun commento:
Posta un commento